I Disturbi Specifici dell’Apprendimento o DSA rappresentano un’enorme sfida per il nostro sistema scolastico dal momento che solo negli ultimi anni tali problematiche sono state davvero prese sul serio. Prima, infatti, il bambino o il ragazzo che mostrava difficoltà nell’apprendimento veniva molto banalmente etichettato come “svogliato” o “meno bravo” e, dunque, lasciato inevitabilmente indietro nel proprio percorso formativo. A tal proposito, non rappresenta di certo un caso il fatto che, anno dopo anno, la percentuale di alunni con un DSA diagnosticato sia in continua crescita.
Si tratta di disturbi del neurosviluppo riguardanti le capacità di leggere, scrivere e calcolare correttamente e fluentemente. Non è complicato diagnosticarli, in quanto tali deficit, di solito, appaiono molto evidenti già dai primi anni di scuola. Alla luce di ciò, è fondamentale che insegnanti e genitori si confrontino spesso nel caso in cui il bambino mostri delle difficoltà nell’apprendimento, poiché prima sarà diagnosticato un eventuale DSA e prima l’alunno potrà usufruire del PDP, ovvero del Piano Didattico Personalizzato (legge n. 170/2010). I DSA, che rientrano tra i BES, ovvero i Bisogni Educativi Speciali, sono quattro: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia.
Spesso i DSA possono coesistere nella stessa persona, nel qual caso si parla di comorbilità. Essa può manifestarsi anche tra i DSA e altri disturbi dello sviluppo, come disturbi del linguaggio, dell’attenzione o coordinazione motoria, e tra i DSA e i disturbi emotivi e del comportamento.
Come già anticipato sopra, una volta diagnosticato un eventuale DSA, l’alunno potrà usufruire del PDP. Si tratta di un documento, concordato nel corso di un consiglio di classe, in cui vengono programmati gli interventi da mettere in atto nei confronti degli allievi con esigenze didattiche particolari, ma non riconducibili alla disabilità.
Verranno così introdotti degli strumenti compensativi, ovvero degli strumenti didattici e tecnologici atti a facilitare l’apprendimento del bambino o del ragazzo. È importante evidenziare come gli stessi non abbiano l’obiettivo di facilitare un compito dal punto di vista cognitivo, bensì devono essere utilizzati unicamente come mezzo per supportare lo studente in modo tale che la prestazione di quest’ultimo non venga compromessa a causa del disturbo. I più diffusi ed efficaci sono:
Oltre agli strumenti compensativi, esistono anche delle misure dispensative, ovvero degli interventi che consentono all’alunno di non svolgere alcuni compiti resi troppo difficoltosi per via del disturbo e che, proprio per tale ragione, non migliorano il suo apprendimento. Rientrano in questa categoria le interrogazioni programmate, la possibilità di utilizzare un vocabolario, ma anche i compiti in classe incentrati su una parte del programma ridotta oppure dando allo studente più tempo, rispetto al resto della classe, per completare una verifica.
Se pensi che tuo figlio o tua figlia possa soffrire di un DSA oppure ne ha già uno diagnosticato ma non sai bene come comportarti, puoi metterti in contatto con il Centro di Psicologia Sole. E ricorda: non preoccuparti per il futuro del tuo bambino, poiché potrà avere le stesse possibilità degli altri e godere di una vita piena di soddisfazioni. L’importante è intervenire il prima possibile affinché non si senta sbagliato, depresso, insicuro, o inferiore agli altri!
P. IVA 15525631006