Il sonno

Il sonno è una componente assolutamente fondamentale delle nostre esistenze. Ciò non rappresenta certo una novità: basti pensare al fatto che proprio da esso dipende il nostro umore e la nostra produttività sia lavorativa sia per quanto concerne i rapporti sociali. A tal proposito, come affermava il celebre filosofo tedesco Arthur Schopenauer, “il sonno è per l’uomo ciò che la carica è per l’orologio”.

Il sonno secondo Schopenauer

Sonno REM e No-REM

È proprio per mezzo del sonno, infatti, che noi “ricarichiamo le batterie”. In questo senso, tale “processo di ricarica” si completa attraverso il passaggio tra due fasi che si alternano ciclicamente nel corso della notte: il sonno lento o sincronizzato (No-REM) e quello desincronizzato (REM). Nel primo gruppo rientrano l’addormentamento, il sonno leggero, quello profondo e quello profondo effettivo: stati che ricoprono circa il 75% della durata totale del sonno; il restante 25% riguarda invece la fase REM.

Chiunque di noi si sarà domandato perché, nonostante il nostro cervello continui a “lavorare” incessantemente per tutta la notte, ci ricordiamo solamente gli ultimi o addirittura soltanto l’ultimo sogno. Il motivo è spiegabile con la fase REM, che ha un’intensità decisamente maggiore nelle prime ore del mattino, quando il sonno profondo inizia ad attenuarsi.

Per quante ore dovremmo dormire?

Le ore di sonno necessarie per “vivere bene”, sentirsi attivi e pieni di energie variano notevolmente a seconda dell’età. In questo senso, un neonato dovrebbe tendenzialmente dormire per circa 20 ore al giorno, mentre un bambino che frequenta l’asilo nido 14. Alla scuola materna le ore di riposo dovrebbero invece essere all’incirca 13 e alle elementari tra le 10 e le 12. Nel periodo dell’adolescenza esse scendono a circa 8-10, fino ad arrivare all’età adulta, dove 7/8 ore potrebbero risultare sufficienti per affrontare la giornata nel migliore dei modi.

Il sonno è fondamentale soprattutto per i neonati

Tale schema non va comunque “preso alla lettera” in quanto ogni individuo è unico e, perciò, diverso da chiunque altro: alcuni adulti percepiscono infatti la necessità di dormire almeno 9/10 ore al giorno, mentre per altri ne bastano 5/6. Tutto è relativo: l’importante è imparare a conoscere se stessi e il proprio corpo al fine di dare a quest’ultimo ciò di cui ha bisogno. E ricorda: ciò non vale solo per il riposo, bensì anche per moltissimi altri aspetti della nostra vita.

Le conseguenze del “dormire male”

Detto questo, a prescindere dalle ore, avere un sonno continuativo e riposante è di fondamentale rilevanza. Dormire male è infatti incredibilmente dannoso per il nostro organismo e potrebbe comportare numerose conseguenze indesiderate. Dalla diminuzione di alcune capacità intellettive come memoria, apprendimento, creatività, attenzione, capacità di giudizio e di fare associazioni, fino all’aumento del rischio di depressione. Ma non solo: dormire male può portare anche ad una netta riduzione dell’attività del sistema immunitario, all’accrescimento della produzione di insulina, fino all’aumento del rischio dell’insorgere di malattie cardiache e a quello dell’obesità.

Per tale ragione è molto importante valutare in maniera oggettiva la qualità del proprio sonno e la durata di eventuali risvegli notturni. Brevi fasi di veglia sono piuttosto comuni tuttavia, se prolungate, potrebbero dar luogo ad un vero e proprio disturbo.

I disturbi del sonno

I disturbi del sonno più comuni sono fondamentalmente due: DISSONNIE e PARASONNIE.

Per dissonnie si intendono quei disturbi legati ad alterazioni del ritmo, della qualità e della quantità del sonno. Fanno parte di questa categoria:

  • L’INSONNIA: la difficoltà ad addormentarsi, la sensazione di non essere capaci di dormire o l’impossibilità di rimanere addormentati per tempi sufficientemente lunghi per potersi riposare;
  • le APNEE NOTTURNE: la respirazione si interrompe una o più volte oppure rallenta eccessivamente durante il sonno;
  • le IPERSONNIE, ovvero la narcolessia.

L'insonnia è uno dei disturbi del sonno più comuni

Quando si parla di parasonnie ci si riferisce invece a tutti quei disturbi caratterizzati dalla presenza di un evento anomalo o indesiderato nel corso del sonno o nella fase di passaggio tra la veglia e il sonno. Rientrano in questo gruppo:

  • Il SONNILOQUIO: parlare durante il sonno;
  • il SONNAMBULISMO: muoversi, agire e compire diverse attività in stato di assoluta incoscienza;
  • l’ENURESI: perdita involontaria di urina nel corso della notte;
  • il BRUXISMO: digrignamento dei denti;
  • la SINDROME DELLE GAMBE SENZA RIPOSO: sensazione sgradevole alle gambe che provoca un bisogno urgente e incontrollabile di muoverle, fattore che riduce notevolmente la qualità del sonno.

Il sonno incide enormemente sul nostro umore

Come già ribadito nei paragrafi precedenti, tali disturbi non vanno assolutamente sottovalutati e “presi alla leggera”, dal momento che potrebbero compromettere seriamente la qualità delle nostre esistenze. Dunque, se ti ritrovi in una delle categorie descritte dettagliatamente qui sopra, non aspettare oltre e rivolgiti immediatamente ad un esperto! Mettiti in contatto con il Centro di Psicologia Sole per tornare finalmente a percepire di nuovo quell’energia che ti sembra ormai svanita per sempre e per riassaporare la bellezza di dormire: uno dei più grandi piaceri della vita.

 

 

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