Ognuno di noi è sicuramente stato/a innamorato/a almeno una volta nel corso della sua vita, tuttavia non è assolutamente semplice comprendere fino in fondo il concetto di amore e tutto quello che esso rappresenta. Questo perché ne esistono tantissime tipologie differenti, così come può variare enormemente da una persona all’altra la maniera in cui si ama. Non solo: non è detto che le relazioni amorose che intraprendiamo siano tutte uguali o simili tra loro, in quanto noi possiamo cambiare molto, sia in positivo che in negativo, quasi senza nemmeno accorgercene. Non solo: il motore del nostro cambiamento potremmo anche non essere noi stessi, bensì potrebbe essere innescato proprio dalla persona che stiamo frequentando.
Non esiste, dunque, una definizione universale dell’amore: possiamo solo affermare che si tratta di un sentimento che ci fa sentire davvero felici, liberi, appagati e che ci rende, in un certo senso, migliori. Migliori perché quando si è innamorati ci si percepisce più altruisti ed empatici: desideriamo solo il meglio per il nostro/a compagno/a e saremmo disposti a tutto pur di garantirgli/le protezione, affetto e serenità.
L’amore, poi, non va assolutamente cercato, poiché sarà esso a trovare noi. Non si può programmare, tant’è che spesso ci coglie del tutto impreparati e succede che ci innamoriamo magari anche nel momento meno opportuno.
Abbiamo già parlato di cosa succede al nostro corpo quando ci innamoriamo da un punto di vista scientifico, tuttavia non abbiamo ancora detto che, a livello psicologico, la scelta del nostro partner ideale, ovvero della persona che riterremo meritevole del nostro amore, dipende da molteplici fattori, quali la nostra cultura d’appartenenza, il contesto storico in cui siamo immersi e la nostra storia personale, fatta di gioie e dolori, paure e insicurezze, momenti felici e altri, invece, tristi.
Tendiamo inoltre ad innamorarci di qualcuno/a che presenti caratteristiche che ci appaiono familiari al fine di sentirci maggiormente al sicuro. Non solo: anche il timore del giudizio altrui può fare la sua parte, nonché i nostri costrutti sociali e mentali, che ci portano a provare forte interesse per un individuo piuttosto che per un altro, dandoci così l’impressione di avere il controllo, allontanando al contempo la paura intrinseca nell’uomo di “saltare nel vuoto”.
Anche questo, però, non è sufficiente a illustrare in modo esaustivo cosa sia l‘amore, in quanto tale concetto è circondato da un lato magico che, in quanto tale, non può essere decifrato completamente. Tutto ha comunque inizio con la fase dell’attrazione per poi sfociare, se tutto va bene, nell’innamoramento e, infine, in una relazione: il momento in cui due individui decidono arbitrariamente di condividere con l’altro le rispettive esistenze, portando con sé un enorme bagaglio formato da valori e credenze, esperienze piacevoli e/o traumatiche, progetti passati e futuri.
Nonostante tutte le difficoltà già citate in merito alla spiegazione razionale del concetto di amore, lo psicologo cognitivo statunitense Robert Sternberg ha provato ad avventurarsi in questo complicato campo, ideando un metodo per cercare di far luce sulle diverse tipologie di amore. Secondo Sternberg, sono tre gli elementi alla base di tutto: l’INTIMITA’, la PASSIONE e la dimensione DECISIONE-IMPEGNO, i quali formano il cosiddetto “Triangolo di Sternberg”. Il primo definisce quanto la coppia sia in grado di prendersi cura reciprocamente mediante la condivisione, l’affinità e la confidenza; il secondo riguarda la fisicità, mentre l’ultimo la decisione di amare qualcuno ed il conseguente impegno nel mantenere la relazione nel corso del tempo.
Questi tre fattori danno poi vita a sette combinazioni di amore:
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