Molto probabilmente, com’è normale che sia, ognuno di noi cova segretamente delle fantasie sessuali: qualcosa che “teniamo per noi” e che, nella maggior parte dei casi, condividiamo solamente con il nostro/la nostra partner. Alcune di esse sono piuttosto comuni, mentre altre sono decisamente più “particolari”, motivo per cui vengono classificate come parafilie. Il termine “parafilia” deriva dal greco “para” = “attorno” e “filia” = “amore” e si riferisce, in ambito psichiatrico, psicologico e sessuologico, a impulsi, fantasie o comportamenti sessuali intensi e ricorrenti che implicano oggetti, attività o situazioni inusuali e distanti da quelli previsti normalmente all’interno della pratica sessuale.
Va comunque sottolineato il fatto che le parafilie debbano essere intese come delle preferenze sessuali non per forza patologiche. In questo caso, si discorrerebbe invece di disturbi parafilici, quando il comportamento parafilico del soggetto assume i risvolti di una vera e propria dipendenza: l’interesse per particolari attività sessuali diventa sempre più intenso e persistente, tanto da creare un elevato grado di disagio interpersonale e da far aumentare sensibilmente le probabilità di arrecare danno a se stessi e agli altri.
Tale fondamentale distinzione è tuttavia piuttosto recente ed è stata individuata dal sessuologo americano-canadese Ray Blanchard. A questo proposito, basti pensare che fino al 2013 le parafilie erano considerate delle perversioni sessuali dovute a degenerazioni cerebrali, come teorizzato a fine ‘800 dal sessuologo tedesco Richard von Krafft-Ebing.
Il disturbo parafilico è altresì un disturbo cronico ovvero, una volta manifestatosi nella sua pienezza, solitamente nel periodo che va dalla tarda adolescenza alla prima età adulta, affliggerà l’individuo per tutta la vita, con oscillazioni nella sua intensità dovute a vari fattori, tra cui lo stress, la presenza di altre patologie mentali o nel trovarsi, in maniera più o meno accidentale, in situazioni che stimolino i comportamenti parafilici.
All’interno del DSM-5, “Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders” = “Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali”, sono stati identificati dieci differenti tipologie di disturbi parafilici:
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